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CANTINA SOCIALE VALLEOGRA
E’ una cantina piuttosto piccola, la Valleogra di Malo, in provincia di Vicenza.
Anzi, è la più piccola cantina sociale del Veneto, animata però dallo straordinario
entusiasmo dei soci e degli amministratori, che si traduce anche in tanta voglia
di comunicare il proprio territorio, la propria storia, le tradizioni e i prodotti,
che sono antichi ma nello stesso tempo rinnovati di continuo, proposti nel punto
vendita aziendale. E che non sono solo vino, ma tutto ciò che le campagne e le colline
di Malo e di Val Leogra producono. Non è perciò un caso che nella sede sociale sia
ospitato anche un Museo della Civiltà Rurale, per ricordare alle nuove generazioni
la forza delle radici. Così come è singolare che da quelle parti, specie nella zona
ai piedi delle colline, ci siano ancora aziende condotte “come una volta”,
dove si produce un po’ di tutto, a livello familiare, e poi si va alla cooperativa,
retaggio di una idea del lavoro che si fonda sull’impegno e sulla solidarietà.
Pur con piccoli numeri, la Valleogra è insomma una cantina dal grande cuore, che
per vocazione, ma anche conti alla mano, ha scelto di percorrere, per il Durello
ottenuto lavorando le uve dei soci, la via difficile della D.O.C.. Un Durello che
qui, sulle alture che affiancano la strada che da Schio conduce a Vicenza, c’è
da sempre, letteralmente. Lo si trova persino in qualche vigna isolata e c’è
da credere che quasi tutte le case agricole ne abbiano una, per produrre questo
vino singolare, alle volte sgarbato, ma unico, dissetante, che non dà problemi di
conservazione anche nelle situazioni meno adatte.
“Stiamo convertendo la produzione da Durello IGT a Durello DOC – sottolinea
il presidente Gianni Pinton – che significa più regole per i produttori, più selezione,
più qualità. Per ora vendiamo ancora l’IGT spumante charmat, in circa 3 mila
bottiglie, che viene elaborato in un’altra cantina sociale. Le proporremo
fino al 2008, quando faremo un regalo alla gente che ci sostiene e a chi ama le
produzioni genuine, presentando le prime 4.500 bottiglie del vino a Denominazione
d’Orgine Controllata: un Durello DOC spumante metodo classico, che ha già
cominciato a maturare nella nostra cantina”.
Insomma una bella scommessa sul futuro, considerata anche la quantità di prodotto
che è forse la più bassa tra le aziende aderenti al Consorzio di Tutela. Di sicuro
è un bell’impegno, ma anche un’operazione che ha risvolti commerciali
interessanti, visto che il Durello sta conoscendo una nuova giovinezza: “la
gente cerca sempre più prodotti di nicchia – sottolinea Pinton – e il Durello è
un vino che da questo punto di vista non ha rivali, né qui nè, credo, in altre parti
del mondo. Pochi vini hanno caratterizzato come il Durello la storia e l’evoluzione
sociale di una comunità; che lo ha fatto con umiltà, spesso scavalcato da varietà
di grande rinomanza, però assai meno radicate. Ora è il momento della sua rivincita.
Noi ci crediamo, i nostri soci ci credono, e siamo sicuri che i nostri clienti lo
apprezzeranno e che riusciremo a raggiungere anche nuovi consumatori”.
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