I Metodi

Durello: un’anima, due interpretazioni

Quali sono i metodi in cui viene espresso il Durello?

Le informazioni essenziali per avvicinarsi al Durello, agli uvaggi e ai sentori che si ritrovano nel calice.

Il Durello spumante nasce da un uvaggio che prevede un minimo di 85% di uva Durella, con possibili aggiunte di Chardonnay, Garganega, Pinot Bianco e Pinot Nero. L’alta percentuale di acidità totale lo rende ideale per la spumantizzazione.
Con la nuova modifica dei disciplinari di produzione abbiamo però due DOC dedicate ai metodi di spumantizzazione:

1) Il Metodo italiano (o charmat) ottenuto esclusivamente con la rifermentazione in autoclave;

2) Il Metodo classico ottenuto con rifermentazione in bottiglia con una permanenza sui lieviti per almeno 24 mesi; dai 36 mesi potrà fregiarsi della menzione riserva.

Più fruttato e fragrante il primo, più strutturato, pastoso e complesso il secondo, che può arrivare anche oltre i dieci anni di affinamento. In entrambi è comunque la freschezza e la caratteristica persistenza olfattiva a definire fortemente l’identità. I profumi sono caratterizzati da sentori marini di gesso e iodio che sembra esaltare note più floreali di sambuco e biancospino. Lo spumante è sempre godibile e pieno di carattere con aroma di mela verde e agrumi, una grande mineralità tipica dei vini di terroir vulcanico e una caratteristica consistenza tannica, veramente unica fra i vini bianchi, che rende il suo perlage particolarmente stuzzicante.